Negli esseri umani una corretta idratazione è necessaria per mantenere l’equilibrio dinamico tra l’apporto e la perdita di acqua.
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La disidratazione
Il volume di acqua nel nostro corpo deve mantenersi pressoché costante, infatti la disidratazione, di qualunque origine sia, può comportare un’alterazione dello stato di salute, con danni reversibili entro certi limiti ma nei casi estremi le sintomatologie possono aggravarsi e condurre anche alla morte. Una diminuzione di acqua corporea corrispondente al 2% del peso corporeo totale è già in grado di alterare la termoregolazione ed influire sul volume plasmatico, di indurre un forte stimolo della sete e una perdita di appetito; una deplezione del 5% provoca crampi, mal di testa, aumento della temperatura corporea, della frequenza respiratoria e del battito cardiaco. Perdite superiori al 7% possono indurre la perdita della coscienza, il coma e la morte.
I sensori della sete
Quando le variazioni del volume idrico vengono percepite dai sensori della sete viene coinvolto il sistema nervoso centrale, il quale provvede a stimolare o ad inibire la sensazione di sete nonché il rilascio dell’ormone antidiuretico (ADH) per la regolazione della funzionalità renale. Il nostro organismo, per far sì che al suo interno sia sempre presente la giusta quantità di acqua, è dotato di vari sistemi di controllo, una serie di meccanismi sensoriali in grado di indurre la sensazione di sete.
Esistono tre tipi di sensori preposti al controllo delle perdite idriche, ognuno dei quali è in grado di stimolare l’organismo ad assumere acqua inducendo una particolare sensazione di sete: i sensori della mucosa oro-faringea, quelli delle grandi vene e i sensori intracellulari. I primi, attivati in caso di disidratazione delle mucose, inducono la secchezza delle fauci, una componente periferica della sete, detta anche falsa sete in quanto la sensazione scompare non appena si inumidisce il palato. I sensori delle grandi vene vengono attivati da una diminuzione della volemia (volume della massa sanguigna), a seguito della riduzione dei fluidi extracellulari inducono la sete ipovolemica. Perdite idriche più importanti stimolano invece i sensori intracellulari, osmorecettori in grado di percepire la disidratazione cellulare che si manifesta con la sete osmotica, la più grave perché la sua comparsa significa che uno stato di disidratazione avanzata è in corso, con una diminuzione del volume cellulare causato dalla riduzione di fluidi extracellulari.
La sete è un meccanismo riflesso che segnala la necessità di ripristinare il bilancio idrico e salino, che si attiva però solo quando l’organismo già iniziato a disidratarsi; ecco perché si consiglia di bere regolarmente durante l’arco della giornata, senza aspettare che sopraggiunga lo stimolo della sete. Una buona regola generale, particolarmente utile nella terza età, quando lo stimolo della sete si riduce progressivamente, e in tutte quelle condizioni in cui il fisico è sottoposto a stress fisico con aumento della sudorazione.
Una buona parte della necessaria razione quotidiana di acqua e apportata dagli alimenti, in particolare frutta e verdura, mentre la quota restante viene introdotta nell’organismo attraverso il consumo di bevande. Le bibite, i succhi di frutta, il latte sono costituiti per gran parte (circa il 90%) da acqua, oltre a varie sostanze come zuccheri, grassi, aromi, coloranti, ecc; oltre al potere idratante quindi le bevande apportano anche nutrimento. Anche le bevande alcoliche contengono una grande quantità di acqua, tuttavia l’alcol non è incluso tra le bevande consigliate per costituire il necessario apporto di liquidi a causa degli effetti dannosi sull’organismo se assunto in elevate quantità; inoltre l’alcol è dotato di un blando potere diuretico pertanto il consumo di alcol contribuisce anche alla disidratazione. Il fabbisogno idrico di un individuo è influenzato dall’età, dall’attività fisica, dalla temperatura ambientale e dal tipo di alimentazione.
Perché è importante bere acqua?
Quanta acqua bere ogni giorno?
Per un adeguato bilancio idrico si considera ragionevole un’assunzione di acqua pari a 1ml per ogni Caloria consumata; quindi considerando che una persona con normale attività fisica brucia mediamente 2000-3000 Calorie al giorno, ne consegue che l’apporto quotidiano di acqua (tra quella bevuta e quella assunta con gli alimenti) si aggira mediamente intorno ai 2-3 litri. Quantità che cresce notevolmente con l’aumento dell’attività fisica. L’acqua è la migliore bevanda per il nostro organismo, perché è quanto occorre e basta per garantire una corretta idratazione senza apporto di calorie, a differenza di quanto avviene invece con le bibite zuccherate.
L’acqua è ciò di cui il nostro organismo necessita per mantenere un buono stato di salute, elemento insostituibile nei processi vitali di idratazione e termoregolazione.
Bere tanto fa bene e se l’acqua è buona si beve più volentieri. Migliorare la qualità organolettica dell’acqua può essere, in molti casi, una buona opportunità per bere di più e meglio.
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