Com’è l’acqua del mio comune?

18 Gennaio 2021
ACQUA COMUNE
Il rubinetto di casa è la fonte d’acqua più pratica ed eco-friendly di cui ognuno di noi dispone. Per nostra fortuna, l’acqua degli acquedotti italiani è tra le più buone in Europa e attinge in più dell’85% dei casi da fonti sotterranee, quindi naturalmente protette. Da qualunque territorio provenga, in tutto il Paese la sicurezza dell’acqua potabile è garantita da un esteso sistema di controlli che coinvolgono le Asl per assicurare che le sostanze presenti nell’acqua non superino determinati limiti stabiliti per legge. Tuttavia, non si può dire che l’acqua italiana sia sempre “la stessa”. Esistono differenze di qualità da regione a regione, che dipendono per lo più dalle situazioni geologiche dei diversi territori. Lungo il suo percorso nella falda, infatti, l’acqua si arricchisce non solo di Sali minerali ma anche di ulteriori sostanze naturali, in base alle peculiarità dei terreni dove scorre, acquisendo così le sue caratteristiche distintive. Se è vero che l’acqua non è sempre uguale, com’è quella che sgorga dal rubinetto di casa nostra? Se si potessero elencare gli elementi che la compongono e le quantità in cui sono presenti, proprio come con le etichette delle minerali, cosa scopriremmo? analisi Per saperlo è disponibile il primo aggregatore nazionale di analisi dell’acqua potabile una piattaforma online che Culligan, azienda di riferimento a livello internazionale nel mondo del trattamento acqua – mette a disposizione sul proprio sito web: una consultazione immediata e la possibilità di scaricare in pochi click lo studio completo dei parametri che definiscono la qualità dell’acqua del proprio Comune o, nel caso di aree urbane più estese, del proprio quartiere. Clicca qui per accedere alla piattaforma >> Dai Sali al Carbonato di Calcio, dal Cloro all’Arsenico, al Magnesio, al “famoso” Sodio: ecco qui un breve vademecum su tutti gli elementi presi in esame dall’analisi dell’acqua per imparare ad interpretarla in modo corretto: RESIDUO FISSO Il residuo fisso indica la presenza di sali disciolti nell’acqua. Si calcola pesando l’accumulo di materiale solido rimasto dopo aver portato 1 litro d’acqua a evaporazione (180°). Il residuo fisso influenza le caratteristiche organolettiche dell’acqua che beviamo incidendo in modo significativo sulla sua qualità. Il suo valore, infatti, ci indica se un’acqua è leggera o ricca di Sali. In genere, le acque caratterizzate da un residuo fisso fino a 50 mg/l vengono definite minimamente mineralizzate quelle che vanno da 50 mg/l a 500 mg/l di residuo fisso rientrano tra le acque oligominerali mentre con oltre 500 mg/l l’acqua risulta ricca di Sali minerali Il residuo fisso è un parametro “regolabile” solo attraverso l’utilizzo dei depuratori domestici ad Osmosi Inversa, in grado di rendere l’acqua più o meno leggera a seconda di gusti ed esigenze diverse. CALCARE La presenza di calcare nell’acqua viene definita ‘durezza’. Questo valore indica il contenuto di ioni di Calcio e Magnesio e viene generalmente espresso in gradi francesi (ºF), dove un grado rappresenta 10 mg di carbonato di calcio per litro d’acqua. In generale,un’acqua viene definita ‘dura’ quando il suo grado di durezza supera i 15°f e l’intervallo di durezza concesso dalla normativa che regola le acque potabili arriva fino a 50°F massimi. È bene sapere che il calcare nell’acqua non è in alcun modo pericoloso per la salute. I suoi danni, infatti, sono per lo più circoscritti alla cosiddetta ‘acqua tecnologica’ e quindi agli impianti e agli elettrodomestici. L’eliminazione definitiva del calcare dall’acqua potabile è possibile solo tramite l’utilizzo di un addolcitore domestico da installare a monte dell’impianto idrico. CLORO La presenza di Cloro nella rete idrica è necessaria ad evitare eventuali contaminazioni batterica e garantire la qualità e la salubrità dell’acqua. Il suo dosaggio è controllato costantemente dai gestori dell’acqua pubblica, che si assicurano di utilizzare una quantità di ipoclorito assolutamente non dannosa per la salute e tale da non causare un aumento del valore di sottoprodotti quali clorito e trialometani. Nonostante ciò, l’odore e il sapore di Cloro nell’acqua possono risultare sgradevoli a chi la beve. Un fastidio facilmente ovviabile tramite l’utilizzo di semplici filtri a carbone attivoche eliminano l’odore e il sapore di Cloro all’istante. SODIO La presenza di Sodio nell’acqua viene spesso considerata dannosa per la salute (o per la dieta). In realtà, se assunto nella giusta quantità, questo minerale è fondamentale per l’equilibrio del metabolismo. La quantità di Sodio di cui un individuo in condizioni normali ha bisogno varia dai 100 ai 600 grammi al giorno. Questa dose può variare in base a specifiche esigenze: ad esempio, le acque a più alto contenuto di sodio sono particolarmente indicate per chi pratica attività sportiva, mentre per chi soffre di pressione alta è preferibile scegliere un’acqua a basso contenuto di questo elemento. La normativa che regola le acque potabili stabilisce per il Sodio il limite massimo di 200 mg/l. Curiosamente, rispetto alle acque potabili, le minerali in bottiglia contengono solitamente quantità molto superiori di sodio. ARSENICO Nonostante in Italia l’acqua sia in generale buona e sicura, esistono alcune zone critiche a causa di situazioni geologiche specifiche o di condizioni di inquinamento localizzate. Ad esempio, Lazio e Campania sono le Regioni italiane più interessate dalla contaminazione naturale dell’Arsenico. Questo elemento, infatti, è naturalmente presente nei territori di origine vulcanica tipici di queste aree. Se presente nell’acqua potabile in quantità superiori a 10 mg/l l’Arsenico è considerato pericoloso per la salute umana. Anche in questo caso, i gestori dell’acqua pubblica compiono analisi costanti sull’acqua mirate ad accertarsi che la presenza di arsenico non superi la soglia di sicurezza. Nei rari casi in cui si registra una mancata conformità di questo parametro, è possibile assicurare la massima salubrità all’acqua del rubinetto di casa dotandosi di apposito impianto domestico con sistema di filtrazione per la rimozione dell’arsenico. PFAS Tema di attualità in alcune regioni, come Veneto, Toscana e Lombardia, è quello dei PFAS (perfluorati). Con il termine PFAS si intende una vasta famiglia di sostanze perfluorate che possono rappresentare un potenziale fattore di rischio per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Di particolare interesse sono i cosiddetti PFOS (acido perfluorooctansulfonico) e PFOA (acido perfluorooctanoico) a causa della loro applicazione in diversi settori industriali (es. produzione di detergenti, cere per i pavimenti, vernici, pesticidi, schiume antincendio). Benché la legislazione riguardante la qualità delle acque destinate al consumo umano (D.Lgs 31/2001) non preveda il controllo di queste sostanze, secondo l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) i valori massimi tollerabili per la concentrazione in acqua sono i seguenti: 0,3 µg/L per il PFOS e 3 µg/L per il PFOA. In ambito domestico la nanofiltrazione, la microfiltrazione e l’osmosi inversa rappresentano soluzioni tecnologiche efficaci nella rimozione dei PFAS dall’acqua, così come anche appositi filtri a carboni attivi. Con la sua ampia e diversificata gamma di soluzioni per il trattamento dell’acqua di casa, Culligan offre una risposta pratica ed efficace per ogni esigenza. Dai sistemi di ultrafiltrazione testati dall’Università di Bologna ai depuratori ad Osmosi Inversa, in grado di eliminare anche le particelle inquinanti più infinitesimali, inclusi i virus. Ma anche una gamma di erogatori d’acqua fredda, calda e frizzante e una linea avanzata di addolcitori, per un’acqua priva di calcare a beneficio di tubature, elettrodomestici e dell’efficienza energetica dell’intero edificio. Scopri di più sull'acqua del tuo comune >>

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