Nel confronto tra le varie tipologie di acqua da bere, le acque microfiltrate da sempre dividono l’opinione pubblica su due fronti opposti: da una parte chi le reputa acque di elevata qualità, sicure, buone da bere e una valida alternativa comoda e ecologica alle acque in bottiglia; dall’altra chi pensa che l’acqua del rubinetto, già sicura e buona, non dovrebbe essere ulteriormente trattata con filtri che potrebbero addirittura peggiorarne le caratteristiche.
Sul web si trovano notizie contrastanti, che non aiutano i consumatori a sviluppare un pensiero critico documentato. Ma come stanno realmente le cose?
Indice dei contenuti
- 1 Gli erogatori d’acqua POU (Point of use)
- 2 L’ultimo miglio e le alterazioni della qualità dell’acqua
- 3 Le caratteristiche organolettiche dell’acqua
- 4 Sostanze indesiderate nell’acqua destinata al consumo umano
- 5 L’alternativa all’acqua in bottiglia
- 6 L’acqua microfiltrata non fa male
- 7 Infografica riassuntiva dei pro e contro dei vari tipi di acqua da bere
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Gli erogatori d’acqua POU (Point of use)
Gli erogatori d’acqua al punto d’uso (POU) offrono una serie di vantaggi per la salute, l’ambiente e il portafoglio, a fronte di una semplice ma regolare manutenzione.
Cerchiamo quindi di analizzare, al di là delle convinzioni e dei gusti personali, le ragioni fondamentali per le quali il consumo di acqua microfiltrata è consigliato, in ambito domestico, nei luoghi di lavoro, nei bar e nei ristoranti.

L’ultimo miglio e le alterazioni della qualità dell’acqua
Il tratto della rete idrica dal contatore al rubinetto presenta una serie di punti critici che possono concorrere all’alterazione della qualità dell’acqua.
Come le vasche e i serbatoi per l’accumulo dell’acqua potabile, che dovrebbero essere oggetto di ispezione/pulizia con frequenza almeno annuale, ma che in realtà vengono spesso “dimenticati” sui tetti degli edifici. Se non adeguatamente manutenute le vasche possono favorire la formazione di sedimenti che fungono da nutrimento per la carica batterica, l’alterazione del gusto e la proliferazione microbica per esposizione a temperature elevate o per una copertura inadeguata.
Ma sono le tubazioni obsolete quelle che possono presentare maggiori criticità; infiltrazioni nei tubi, rilascio di metalli pesanti, manutenzioni errate, possono alterare il gusto e il colore all’acqua oltre a minarne la salubrità. Anche l’accumulo di incrostazioni calcaree, dovute alla scarsa pulizia dei punti erogazione, può favorire la proliferazione microbica.
Inoltre, ricordiamo che nel tratto interno della rete idrica la responsabilità della qualità dell’acqua ricade sul proprietario o il gestore dell’immobile (amministratore di condominio, dirigente scolastico per una scuola, dirigente sanitario per un ospedale, ecc…), la cui preparazione tecnica nei confronti delle problematiche inerenti la gestione dell’acqua è spesso molto limitata. Una filtrazione al POU può eliminare, o quantomeno ridurre, gli effetti delle criticità presenti tra il contatore e il rubinetto.

Le caratteristiche organolettiche dell’acqua
La disinfezione dell’acqua è una pratica necessaria per garantire la sicurezza microbiologica dell’acqua erogata, che non è tuttavia esente da alcune controindicazioni. La prima, e la più evidente, è l’alterazione delle caratteristiche organolettiche; il caratteristico sapore di cloro che il consumatore percepisce spesso è fastidioso e viene associato ad una scarsa qualità dell’acqua. L’altra è la formazione dei cosiddetti sottoprodotti della disinfezione, ovvero di quelle sostanze indesiderabili che hanno origine dalla reazione del disinfettante con la materia organica, o altri elementi presenti nell’acqua.
Una filtrazione POU, in particolare con carbone attivo, oltre al miglioramento delle caratteristiche organolettiche, rimuove il cloro e i suoi sottoprodotti rendendo l’acqua più gradevole e sicura.
Sostanze indesiderate nell’acqua destinata al consumo umano
Nell’acqua destinata al consumo umano possono essere trovate sostanze con deroghe ai limiti di concentrazione, ovvero elementi di origine naturale (es. arsenico, boro, vanadio, fluoro, ecc), o antropica (es. THMs, tri e il tetracloroetilene, ecc), la cui presenza, accettata per un periodo transitorio, non deve comunque presentare alcun potenziale pericolo per la salute umana.
Possono anche essere rilevate sostanze indesiderabili non previste dal D.Lgs 31/2001, come è successo nel Veneto con i PFAS e in Toscana con il tallio. Anche in questi casi la dotazione a scopo preventivo e/o correttivo di un sistema di trattamento POU può essere molto efficace nel miglioramento della qualità dell’acqua erogata, una scelta che andrebbe promossa con un’adeguata informazione agli operatori del settore e ai cittadini.
La tabella qui sotto riporta un elenco di alcune delle sostanze indesiderabili che, idealmente, dovrebbero essere assenti nelle acque destinate al consumo umano e le tecnologie e tecniche efficaci per la loro rimozione.
L’alternativa all’acqua in bottiglia
Per quanto riguarda le acque minerali confezionate sono ben note da tempo le problematiche ambientali relative alle emissioni di gas serra dovute al trasporto e all’inquinamento dei contenitori plastici quando non correttamente smaltiti. Lo sviluppo di una coscienza ambientale da parte dei cittadini e delle istituzioni ha portato negli ultimi anni alla diffusione di numerosissime iniziative “plastic-free”, a favore degli erogatori d’acqua microfiltrata e delle borracce riutilizzabili.
Oltre alle problematiche ambientali il consumo di acqua in bottiglia richiede, al privato cittadino (e a maggior ragione al ristoratore), il trasporto di pesanti fardelli e la sistemazione degli stessi in luoghi freschi e asciutti, al riparo dalla luce solare diretta, che ha un effetto deleterio sulla conservazione dell’acqua. Purtroppo però ciò non sempre avviene. A causa degli spazi limitati alcuni rivenditori sono costretti a stoccare, seppur temporaneamente, bancali d’acqua minerale al sole, procedura peraltro vietata dalla Pronuncia n. 39037 del 2018 con cui la Cassazione stabilisce che l’esercente che detenga le confezioni d’acqua al sole, a prescindere dal tempo di esposizione, debba essere sanzionato con l’ammenda di Euro 1.500.
Al contrario l’acqua microfiltrata è a KM ZERO, non conservata perché erogata sempre fresca e pronta all’uso, con caratteristiche organolettiche confrontabili a quelle delle migliori acqua in bottiglia. In estrema sintesi l’acqua trattata consente di ovviare alle criticità proprie dell’acqua di rete e di quella confezionata, mantenendone invece tutti i punti di forza.
Non dimentichiamoci però che un erogatore d’acqua è un dispositivo che funziona grazie all’azione di mezzi filtranti soggetti ad usura, consumabili, e che in quanto tali hanno la necessità di essere periodicamente sostituiti, secondo le indicazioni del produttore. La manutenzione e la sanificazione di un erogatore d’acqua, qualsiasi esso sia, è l’unico aspetto che occorre non trascurare per mantenere il buon funzionamento dell’impianto, a garanzia della qualità dell’acqua erogata. È importante quindi affidarsi ad aziende serie e che possano prendersi cura della manutenzione dell’impianto nel tempo.
L’acqua microfiltrata non fa male
L’acqua microfiltrata quindi non fa male e non rappresenta alcun pericolo per la salute umana, al contrario grazie alle sue elevate caratteristiche qualitative, all’economicità, alla praticità e al mancato impatto ambientale, il suo consumo abituale come acqua da bere è assolutamente consigliato a tutti.
Le soluzioni Culligan prevedono l’utilizzo di sistemi all’avanguardia di filtraggio al punto d’uso per l’affinamento dell’acqua potabile in base alle esigenze e ai gusti di ciascuno.
Inoltre, l’assistenza tecnica Culligan garantisce un’organizzazione di servizio post vendita capillare e professionale, che dopo l’installazione e la messa in funzione prevede visite periodiche ai clienti per la sanitizzazione degli impianti e la sostituzione degli elementi filtranti, assicurando così dispositivi sempre efficienti ed un’acqua impeccabile in qualsiasi momento.
Infografica riassuntiva dei pro e contro dei vari tipi di acqua da bere
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